In questo posto a sembrar un po' magico e un po' inconcreto.
C'era una fitta nebbia e dalla finestra si faceva fatica a intravedere il palazzo di fronte.
Decisi allora di scendere per avventurarmi in un percorso come un cieco che provava a scorgere le ombre.
I lampioni illuminavano le strade con la loro luce gialla facendo risultare ai miei occhi di percorrere un sentiero torbido, come una zucchina quando é appena stata immersa nel brodo dalla massaia.
Tuttavia pareva quasi tetro quanto divertetente allo stesso tempo.
Come se piovesse cenere a silent hill.
Questa città accoglieva qualcosa di magico, sembrava ke quando scendesse la nebbia non doveva più essere una città.
Ah si mi ero dimenticato non ero solo, c'era anche il mio lui.
Attraversando un viale alberato piuttosto corto nelle vicinanze di casa, si arrivava ad un parco sull'argine del fiume.
Era del resto il posto ideale dove portare a passeggio i cani.
Fummo colpiti da due malcapitati, e il mio lui in particolare raccolse in maggior quantità la rabbia che tali bestie avevano coltivato e rimase a terra, colpito di sorpresa, come un cieco che cerca di accorgersi delle persone accorgendo le ombre e avventurarsi in un torbido percorso di pugni e botte che di certo non si meritava.
Tornammo a casa e qui decisi di stabilire le sorti del nostro rapporto per il fatto che pretendo di essere accompagnato da qualcuno che sia in grado di difendermi e non il contrario.
Certo lui non aveva e non ha nessuna colpa se é cosi ma io dovevo fare il punto della situazione, non sono mai stato troppo simpatico ma ammetto che ciò mi diede molto fastidio ma in mezzo al dispiacere di vedere il suo volto viola lasciai da parte i miei tormentati commenti a riguardo perché nel frattempo anche l'aria, il pavimento e il suo cuore si raffreddarono con le mie parole in un silenzio a dir poco imbarazzante che riesco a creare secondo me solo io al mondo.
—Lasciar la gente con l'espressione di una gatta che trova i suoi cuccioli morti.
Solo io sono cosi bravo da goderci in queste situazioni o é una mia reazione spontanea?
Tremò tutta la casa nella mia testa di pensieri e preoccupazioni.
Non stavo facendo la cosa giusta.
E sopratutto non era giusto per lui continuare la cosa, gli avevo detto che gli avrei provocato solo del male, dolori e emozioni non ricambiate.
Poco dopo anche il lavoro diventó un problema.
Benissimo in quel momento capii di avere non uno ma due problemi.
La pressione si alzó nel momento in cui capii di essere disoccupato, ancora un attimo e forse poteva uscirne il fumo dalle orecchie.
Ormai...il mio meccanismo furia-folle si era azionato.
Scappai di casa, ero furioso, mi chiesero spiegazioni ma io non avevo intenzione di darle, niente e nessuno poteva fermarmi.