martedì 13 settembre 2016

Il pirata

Aveva negli occhi il colore del sesso e l'espressione di un guerriero.
Aveva in bocca le parole di un bambino confuso e impaurito dai troppo pensieri, suoi e degli altri.
Era li, approdato alla riva di una spiaggia sconosciuta, lì si doveva svolgere uno spettacolo di luci, colori ed emozioni.
Non c'era mai stato un raduno cosi numeroso, arrivavano persone di tutti i generi e colori, ma lui era diverso,  la sua follia era sbocciata tanto quanto sarebbe diminuita una volta andato via.
Si stava benissimo.
La musica si fondeva con il piacere come l'acqua del mare scorre spostando la sabbia.
Ero cosi contento nel poter accogliere la sua richiesta che vagava in mezzo alla sua mente senza poter uscire a tal punto  che decisi di tramutare in parola il suo desiderio.
Ma fui ingannato, lui era un pirata, prosciugó l'oceano con le fiamme e il suo galeone diventò un carro armato.
Tutte le belle sensazioni colorate bruciarono in mezzo alle fiamme gridando, e una volta distrutto tutto, si chiese se era davvero la cosa giusta che avrebbe dovuto fare.
Rimase solo una distesa arida e incolta, di color grigio - nero, ma dentro di me portavo ancora la melodia e il colore della notte.
Nonstante il fuoco mi avesse indebolito, e la cosa migliore che potevo fare era scappare, decisi di rischiare.
La situazione era pericolosa, il pirata in qualsiasi momento avrebbe potuto bruciarmi, ma nn lo fece.
Come un contadino sparsi quel poco di musica e colore che mi era rimasto in quella terra che ospitava ormai solo cenere, l'oceano ricomparse, e insieme anche i colori e cosi anche le emozioni che abitavano in quel posto.
Il pirata rimase sorpreso e felice dal mio gesto, si dimostrò abile nel navigare quelle acque cosi calde, così colorate, anche se lui affermò più volte di non essere esperto in acque del genere, cosi colorate, così imprevedibili.
Cresceva la notte, e la melodia, per un po' decisi di restare poi abbandonai lui e quella musica bellissima che si era impossesata di me.
Il pirata mi salutò, forse spazientito, forse pensieroso, o forse non voleva pensare, decise di rimanere su un isola.
Non era un'isola come le altre, quando decisi di far risplendere i colori e la musica sulla cenere, solo metà dell'isola fiorí  come prima, nell'altra parte rimasero solamente il fuoco e la cenere.
Il pirata decise al mio abbandono di bruciare l'altra metà dell'isola rimasta fiorita, conservandone solamente un piccolo pezzo che gli sarebbe servito nel caso avesse voluto dare vita ancora una volta a quei colori che aveva deciso di eliminare per far spazio ai suoi.
E così rimase lì nellisola di fuoco e cenere, circondato da quell'oceano multicolore che solo ogni tanto osservava pensieroso assieme a quel piccolo pezzo di gioia e colore che aveva voluto conservare.

giovedì 7 aprile 2016

Elastico

Passiamo tutta la vita a rinunciare per paura di provare, poi provi ma in quel momento ti sembra di arenarti, per di più  con l'impressione che tutto sia una presa in giro.
Tanto siamo tutti fighi alla fine.
Che brutti pensieri, sto perdendo tempo o è meglio investirlo?
Proviamo e allora la prossima volta dirò qualche fesseria fingendo di essere ubriaco.
Ma tanto non lo sapremo mai.
Da ubriaco fingi la stronzaggine che non ti appartiene?
Magari è una farsa.
Intanto viviamo perche tanto non mi fermeró solo davanti a te.
Pero dai non posso nemmeno essere catastrofico....
Ma lo devo essere altrimenti non sarei io.

lunedì 1 febbraio 2016

L'insoluto

Era una notte di febbraio che mi ritrovai ancora qui.
In questo posto a sembrar un po' magico e un po' inconcreto.
C'era una fitta nebbia e dalla finestra si faceva fatica a intravedere il palazzo di fronte.
Decisi allora di scendere per avventurarmi in un percorso come un cieco che provava a scorgere le ombre.
I lampioni illuminavano le strade con la loro luce gialla facendo risultare ai miei occhi di percorrere un sentiero torbido, come una zucchina quando é appena stata immersa nel brodo dalla massaia.
Tuttavia pareva quasi tetro quanto divertetente allo stesso tempo.
Come se piovesse cenere a silent hill.
Questa città accoglieva qualcosa di magico, sembrava ke quando scendesse la nebbia non doveva più essere una città.
Ah si mi ero dimenticato non ero solo, c'era anche il mio lui.
Attraversando un viale alberato piuttosto corto nelle vicinanze di casa, si arrivava ad un parco sull'argine del fiume.
Era del resto il posto ideale dove portare a passeggio i cani.
Fummo colpiti da due malcapitati, e il mio lui in particolare raccolse in maggior quantità la rabbia che tali bestie avevano coltivato e rimase a terra, colpito di sorpresa, come un cieco che cerca di accorgersi delle persone accorgendo le ombre e avventurarsi in un torbido percorso di pugni e botte che di certo non si meritava.
Tornammo a casa e qui decisi di stabilire le sorti del nostro rapporto per il fatto che pretendo di essere accompagnato da qualcuno che sia in grado di difendermi e non il contrario.
Certo lui non aveva e non ha nessuna colpa se é cosi ma io dovevo fare il punto della situazione, non sono mai stato troppo simpatico ma ammetto che ciò mi diede molto fastidio ma in mezzo al dispiacere di vedere il suo volto viola lasciai da parte i miei tormentati commenti a riguardo perché nel frattempo anche l'aria, il pavimento e il suo cuore si raffreddarono con le mie parole in un silenzio a dir poco imbarazzante che riesco a creare secondo me solo io al mondo.

—Lasciar la gente con l'espressione di una gatta che trova i suoi cuccioli morti.

Solo io sono cosi bravo da goderci in queste situazioni o é una mia reazione spontanea?
Tremò tutta la casa nella mia testa di pensieri e preoccupazioni.
Non stavo facendo la cosa giusta.
E sopratutto non era giusto per lui continuare la cosa, gli avevo detto che gli avrei provocato solo del male, dolori e emozioni non ricambiate.
Poco dopo anche il lavoro diventó un problema.
Benissimo in quel momento capii di avere non uno ma due problemi.
La pressione si alzó nel momento in cui capii di essere disoccupato, ancora un attimo e forse poteva uscirne il fumo dalle orecchie.
Ormai...il mio meccanismo furia-folle si era azionato.
Scappai di casa, ero furioso, mi chiesero spiegazioni ma io non avevo intenzione di darle, niente e nessuno poteva fermarmi.



domenica 31 gennaio 2016

Gennaio 2016

E se pensavo di dovervi fermare qui mi sbagliavo.
Milano energica, quasi surreale.
Torino, magica città che mi aveva classificato in cima alla lista dei lavoranti migliori.
Migliorare il migliore si può sempre, anche se il merito va ricompensato in denaro e questa volta non contrattualmente.
Chissà se la fredda Torino mi ha conservato un posto ancora.
Chissà se c passero del tempo non solo serate ignoranti ma anche giornate piene di lavoro.
É proprio li che arrivi tu, dopo essere stato sottovalutato, e dopo tante fatiche economiche, nonché mentali.
Piaceri del sabato e del venerdì notte.
Serate ignoranti e casa dolce casa.
Casa?
Chissà se c sarà ancora una casa.
Adesso tocca al tempo, alle emozioni, o ai doveri portarmi in un'altra città?
Una volta ero felice davvero.
Una volta avevo anche i miei spazi.
Essere troppo buono da farsi travolgere oppure essere condizionati per il puro piacere che le cose vengano decise da qualcun altro?
I miei amici sono là.
In una città con mille opportunità lavorative pero per questo motivo purtroppo é anche difficile emergere individualmente vista la grande richiesta anche in un lavoro come il mio si corre il rischio d essere dequalificati.
Non so più che fare e che pensare.
Lasciamola a domani la conclusione di questo pensiero.