Aveva negli occhi il colore del sesso e l'espressione di un guerriero.
Aveva in bocca le parole di un bambino confuso e impaurito dai troppo pensieri, suoi e degli altri.
Era li, approdato alla riva di una spiaggia sconosciuta, lì si doveva svolgere uno spettacolo di luci, colori ed emozioni.
Non c'era mai stato un raduno cosi numeroso, arrivavano persone di tutti i generi e colori, ma lui era diverso, la sua follia era sbocciata tanto quanto sarebbe diminuita una volta andato via.
Si stava benissimo.
La musica si fondeva con il piacere come l'acqua del mare scorre spostando la sabbia.
Ero cosi contento nel poter accogliere la sua richiesta che vagava in mezzo alla sua mente senza poter uscire a tal punto che decisi di tramutare in parola il suo desiderio.
Ma fui ingannato, lui era un pirata, prosciugó l'oceano con le fiamme e il suo galeone diventò un carro armato.
Tutte le belle sensazioni colorate bruciarono in mezzo alle fiamme gridando, e una volta distrutto tutto, si chiese se era davvero la cosa giusta che avrebbe dovuto fare.
Rimase solo una distesa arida e incolta, di color grigio - nero, ma dentro di me portavo ancora la melodia e il colore della notte.
Nonstante il fuoco mi avesse indebolito, e la cosa migliore che potevo fare era scappare, decisi di rischiare.
La situazione era pericolosa, il pirata in qualsiasi momento avrebbe potuto bruciarmi, ma nn lo fece.
Come un contadino sparsi quel poco di musica e colore che mi era rimasto in quella terra che ospitava ormai solo cenere, l'oceano ricomparse, e insieme anche i colori e cosi anche le emozioni che abitavano in quel posto.
Il pirata rimase sorpreso e felice dal mio gesto, si dimostrò abile nel navigare quelle acque cosi calde, così colorate, anche se lui affermò più volte di non essere esperto in acque del genere, cosi colorate, così imprevedibili.
Cresceva la notte, e la melodia, per un po' decisi di restare poi abbandonai lui e quella musica bellissima che si era impossesata di me.
Il pirata mi salutò, forse spazientito, forse pensieroso, o forse non voleva pensare, decise di rimanere su un isola.
Non era un'isola come le altre, quando decisi di far risplendere i colori e la musica sulla cenere, solo metà dell'isola fiorí come prima, nell'altra parte rimasero solamente il fuoco e la cenere.
Il pirata decise al mio abbandono di bruciare l'altra metà dell'isola rimasta fiorita, conservandone solamente un piccolo pezzo che gli sarebbe servito nel caso avesse voluto dare vita ancora una volta a quei colori che aveva deciso di eliminare per far spazio ai suoi.
E così rimase lì nellisola di fuoco e cenere, circondato da quell'oceano multicolore che solo ogni tanto osservava pensieroso assieme a quel piccolo pezzo di gioia e colore che aveva voluto conservare.
Aveva in bocca le parole di un bambino confuso e impaurito dai troppo pensieri, suoi e degli altri.
Era li, approdato alla riva di una spiaggia sconosciuta, lì si doveva svolgere uno spettacolo di luci, colori ed emozioni.
Non c'era mai stato un raduno cosi numeroso, arrivavano persone di tutti i generi e colori, ma lui era diverso, la sua follia era sbocciata tanto quanto sarebbe diminuita una volta andato via.
Si stava benissimo.
La musica si fondeva con il piacere come l'acqua del mare scorre spostando la sabbia.
Ero cosi contento nel poter accogliere la sua richiesta che vagava in mezzo alla sua mente senza poter uscire a tal punto che decisi di tramutare in parola il suo desiderio.
Ma fui ingannato, lui era un pirata, prosciugó l'oceano con le fiamme e il suo galeone diventò un carro armato.
Tutte le belle sensazioni colorate bruciarono in mezzo alle fiamme gridando, e una volta distrutto tutto, si chiese se era davvero la cosa giusta che avrebbe dovuto fare.
Rimase solo una distesa arida e incolta, di color grigio - nero, ma dentro di me portavo ancora la melodia e il colore della notte.
Nonstante il fuoco mi avesse indebolito, e la cosa migliore che potevo fare era scappare, decisi di rischiare.
La situazione era pericolosa, il pirata in qualsiasi momento avrebbe potuto bruciarmi, ma nn lo fece.
Come un contadino sparsi quel poco di musica e colore che mi era rimasto in quella terra che ospitava ormai solo cenere, l'oceano ricomparse, e insieme anche i colori e cosi anche le emozioni che abitavano in quel posto.
Il pirata rimase sorpreso e felice dal mio gesto, si dimostrò abile nel navigare quelle acque cosi calde, così colorate, anche se lui affermò più volte di non essere esperto in acque del genere, cosi colorate, così imprevedibili.
Cresceva la notte, e la melodia, per un po' decisi di restare poi abbandonai lui e quella musica bellissima che si era impossesata di me.
Il pirata mi salutò, forse spazientito, forse pensieroso, o forse non voleva pensare, decise di rimanere su un isola.
Non era un'isola come le altre, quando decisi di far risplendere i colori e la musica sulla cenere, solo metà dell'isola fiorí come prima, nell'altra parte rimasero solamente il fuoco e la cenere.
Il pirata decise al mio abbandono di bruciare l'altra metà dell'isola rimasta fiorita, conservandone solamente un piccolo pezzo che gli sarebbe servito nel caso avesse voluto dare vita ancora una volta a quei colori che aveva deciso di eliminare per far spazio ai suoi.
E così rimase lì nellisola di fuoco e cenere, circondato da quell'oceano multicolore che solo ogni tanto osservava pensieroso assieme a quel piccolo pezzo di gioia e colore che aveva voluto conservare.