domenica 30 giugno 2024

Quello che mi manca

Solo a me ? No a tutti.
La voglia di stare bene.
Quell'abbraccio e quella stretta forte su di me a farmi compagnia quasi come a dirmi siamo in due e non sei più solo tu.
Il calore del sole.
Il suono del mare.

Il mare che riscalda  e scuote gli scogli con le sue parole, troppo rigidi e spioventi rimasti lì ad ammirare l'immenso per troppo tempo.

Quelle parole nell'orecchio che mi sussurravi mentre provavo a dormire.
La certezza dopo tanto disordine.

La voglia di luce, 
quella luce che era per noi,
ed eravamo noi soltanto.

È stato davvero tutto inutile? 

Forse si, forse no.
Forse era troppo bello credere che durasse ma io lo sento, e non voglio staccarmene.

Eravamo come avere addosso uno specchio.
Io aiutai a fare risplendere il tuo all'inizio.
Io brillai assieme a te.
Le tue crepe si dissolsero e per un po' di tempo non mi accorsi che mentre ti aiutavo dall'altra distrussi entrambe perché poi arrivarono le mie di crepe.
Le avevo coperte.
Troppo bene, incurante che i sentimenti a lungo andare andarono a togliere tutto quanto e rimasi scoperto .

Tu t spaventai.

Non potendo in alcun modo soprassedere a tutto ciò perché forse era troppo ? 
Un qualcosa che di nero ti avvolge e che non t molla più come un velo sottile.
Ero stato bravo a fingere.
Sentirmi come un altro era l'unico modo che avevo di non sentirmi male all'inizio . 
Dovevo farlo. Poi sono rimasto così.
Pur di non vedere tutto ciò avevo architettato il meglio e soprattutto per non provare più a mettere in gioco i sentimenti ero arrivato al punto di non volerli più provare nella mia vita.

Entrambe convivevamo con i nostri orrori.

Ma vedi, è incredibile come i pensieri incontrino gli sguardi ancora prima di parlarsi, si è già capito tutto senza dire nulla.

Io forse ero solo piu bravo a non pensarci più al momento, e scappare.
Sono bravo a scappare.
Da una città all'altra, da subito, illudendomi che il cambiamento avrebbe risolto, si ma non completamente, soprattutto negli anni.
La distanza aiuta moltissimo ma non potevo nascondere i pensieri e le paure.

Allora decisi di porre rimedio anche a questo.

Sbagliando ancora, più di prima.
Era tutto ancora dentro di me.
Ben nascosto. Volevo così .

La mia sicurezza era la mia protezione.
Poco tempo fa ho deciso di affrontare la cosa di petto, senza se e senza ma.

Con te sono riuscito a staccarti da tutto ciò che ti faceva male , ora io quasi speravo in te . Ma non è così .

Forse se incontrassi un altro me, mi meraviglierei della voglia di salvare il prossimo.
Ma come sempre dovrò pensarci io da solo o meglio dire, farlo essendo me stesso e basta e non qualcun'altro perché ho paura di scatenare un tornado nel frattempo.
Un tornado che avevo riposto in un piccolo cassetto della mia memoria.
Io.










venerdì 28 giugno 2024

L'albero della vita

Tante volte penso.
Molte volte non voglio pensare e basta.
Non è facile ma neanche difficile, però bisogna pensarci .
A come vivere.
Con chi vivere.
A come porti.
A come esprimerti.
Dipende sempre dal terreno che hai a disposizione, 
dal clima,
da quello che hai intorno, 
ma anche dagli agenti esterni all'interno di quell'ambiente.
Sono tante variabili.
Ci si può sentire inadatti, 
non classificabili,
la gente intorno non ti aggrada,
ma comunque intorno a te dovrai sopportare e prendere in considerazione che le difficoltà e le differenze fanno di noi una gioia inestimabile della natura.
magari tu ulivo tra tutti quanti rimani sempre li, piantato con radici che sono troppo profonde e per quanto tu possa voler cambiare posto faresti prima ad adattarti alle circostanze .
come un'emozione pronta a cogliere il sole dell'alba  la mattina partendo a raffica e via di sopportazione nel pomeriggio e la quiete del vento di collina dinanzi al mare che ti raffresca e t spoglia di tutto cio che ti crea disagio.

Tante volte ulivo, hai avuto difficoltà, 
ma alla fine ogni stagione arriva la splendida fioritura e quanti guadagni e quante considerazioni positive, 
soprattutto quanta strada nel tempo, quanti fiori e alberi come te ma diversi per specie e abitudini hai avuto occasione di conoscere, quanti visitatori volanti hai ospitato tra i tuoi rami.
Ma anche quanta pazienza però.
Perché tu ulivo non puoi nonostante le tue radici sature di insegnamenti che hai appreso nel tempo sopportare climi rigidi e ostili, perché per quanto forte e resistente tu sia,
la tua forza ne verrebbe prosciugata,
per poi provare a riprendersi nelle prossime 2 stagioni, a stento.
È più facile per gli altri forse?
O non è facile per nessuno, caro ulivo ?
Non si sà.
E non si può sapere.
C'è chi vive per la gioia di apparire come i fiori così vanitosi che il loro momento migliore per osservarli è proprio a metà mattinata, cioè quando uno dovrebbe svegliarsi la domenica mattina col caffè in terrazza.
E noi li ossereeeviamo da anni senza renderci conto di questo miracolo che ci viene offerto ogni giorno.
Loro sono li, delicati o meno .
Vanitosi ma volenterosi di farsi conoscere per il loro lato migliore quello del sole .
Quello che tutti noi dovremmo imparare in questa vita a fare .
Certo è dura.
Di certo durante una tormenta non si mostrano rigogliosi e lasciano la vita qui, ma con che cosa? 
Con un ricordo del loro lato migliore,
soleggiante.
Pov c'è anche chi, come te caro ulivo,
raccoglie con le sue radici profonde tutto ciò che c'è e ci sarà, 
di solare o agghiacciante.
Non sarà di certo una tempesta a far cadere  e spezzare quelle radici che hanno visto la loro vita per un momento nascere dal buio per poi raccogliere le emozioni di tutti e iniziare a fare crescere i rami e poi i frutti.
E fu cosi che nacque dallombra,
 questa raccolta  e crescita di vissuti e procede con i frutti per la sua splendente e solare opera.

Sei tu caro ulivo a ricordarci:
come esistere,
come comportarci,
è la natura stessa, 
e insieme a loro noi dovremmo prenderne  esempio perché in ognuno di noi non esiste sole senza buio e viceversa.
A volte il buio prende e ci sopraffae per la maggiore, ma arriverà anche in momento della luce.
Perche spesso non puoi decidere dove essere coltivato e nascere, 
o quale terra ,
sta solo a noi stessi raggiungere gli orizzonti più remoti pur con difficoltà, ma alla fine si può fare tutto e sempre.
E voi ? 
Il vostro buio dove vi ha condotti ? 
E se no, quando credete di raggiungere la luce? 
Fin dove vi siete spinti ? 
Non lo sapremo mai.
Perché come la natura anche noi ne facciamo parte per quanto difficile possa sembrare.
Ricordatevi di osservare e figurare bene assieme ai vostri compagni di vita, e aver cura di aver lasciato dietro di sé una miriade di punti luce, tantissimi, perché la cosa importante sono le emozioni che lasciamo agli altri e tutto il resto non conta.
Vero mio caro amico Ulivo ? 

Ne hai viste e sentite e tu sei ancora lì ad osservarmi , e io osserverò te!










lunedì 3 giugno 2024

una stretta

Spesso mettiamo a dura prova noi stessi e la nostra pazienza, dinanzi ai commenti nei nostri confronti in pubblico.
Sembra che la gente abbia la capacità di affermarsi giudicandoti davanti agli altri e poi  dinanzi all'imbarazzo e alla pressione quasi scoppiamo dentro come mine.
Certo è che l'amore per le nostre passioni, i nostri lavori, la nostra forza,  di fronte a tanti commenti e critiche che piovono sovente sempre nel momento sbagliato, quasi  scompaiono o meglio li nascondiamo strada facendo.
La mia autostima crolla spesso in questo momento della mia vita, mi pare di affogare perché al di fuori dell'ambiente lavorativo mi sento come dei fucili puntati addosso, la pressione sale e la vita felice si accorcia quasi come un filo che tirandolo si spezza e riallancciandolo diventa sempre più corto.
Con questo non dico che voglia essere elogiato, ma perlomeno rispettato.
Non si diventa grandi criticando il prossimo dinanzi agli altri e questo lo so molto bene.
Pretendo solamente tranquillità e una squadra solida. 
Non ho bisogno di sentirmi sotto pressione, vorrei vedere quella morsa distendersi anziché stringersi attorno a me con lentezza.
Conosco bene le persone che amano avere aspettative mettendo in ombra gli altri.
Conosco bene le persone che amano stringere e godere di tale malessere mettendo  a rischio l'impresa stessa e il team stesso.
Cercherò di far fiorire intese 


martedì 26 marzo 2024

Esageratamente ed esternamente uomini.

Era l'ultimo martedì di Marzo.
Pioveva a dirotto la notte aveva congelato,
ma le macchine sfrecciavano, la città esultava.
Era pronta ad accogliere nuove persone laureate e non, volenterose o meno.
Ma tutte queste lavoravano e tra alti e bassi si confrontavano: chi aveva la casa vicino al lavoro, chi preferiva stare un po' in disparte perché preferiva la tranquillità, chi in mezzo si pavoneggiava di avere entrambe le cose ma non abbastanza con tono soddifatto apparentemente calante.

Poi c'era lui : Lo specifico .

Sembrava quasi risolvere ogni tuo dubbio.
Lasciava intendere sicurezza e affidabilità, anche perché in lui l'interesse si agitava da più di 10 anni oramai per te e ti avrebbe inseguito ovunque tu sarai intento ad andare.

Bhe che dire, 
dinanzi a tanto esultante chiacchericcio come in una corte di luigi 16esimo ci sì poteva fidare quasi senz'altro.

Un teatro lo aspettava.
Con la promessa di un impiego creativo. 
I travestimenti colorati e addobbati
Come i costumi che di marzo ancora non erano pronti come garantito a sbocciare splendenti per il prossimo spettacolo a teatro, per paura quasi che il teatro stesso chiudesse.
Così le note di quel piano all'inizio tremolante si fecero più distaccate e profonde quasi a intonare nuovamente uno spartito che mai letto continuó allora a procedere da solo come sempre, perché certe melodie risulta complicato unirle in più strumenti, salvo sintonia di entrambe.





lunedì 18 marzo 2024

Donne appena donne


Erano due ragazze belle,
chiare di luna nei capelli,
una era instancabile e altresì energica,
l'altra più pacata, serena e giudiziosa.

L'instancabile aveva il mare negli occhi, 
e smuoveva i suoi pensieri come un oceano che ribolle.

La giudiziosa metteva ordine al suo disordine, e regolava i sensi e le emozioni a suo modo, dolce.

Cresciute quasi come in una bolla di vetro che tardava ad aprirsi verso il cielo rimasero sempre sulla stessa onda di un vento sospeso a metà, 
quasi come protette da quella grandine rovinosa e cruenta che aveva diviso il cielo tra nuvole e tempeste qualche decennio prima.
Risplende il sole oggi, 
grazie a questo clima mite,
quasi innaturale,
che perdura allinfinito.

Come un isola fiorente,
che poco gli importa del resto del mondo,
perché oramai ha piantato i suoi germogli,
e sono sempre pronti a sbocciare e crescere nella tranquillità.

Il resto del mondo osservò.
Quali segreti si celano dietro questa rigogliosa isola? 
Si esploravano e studiavano i terreni, 
per così tanta fertilità ingiustificata e incredibile,
e assieme ad essi il clima tutto bilanciato, 
al riparo dalle catastrofi e dalle instabilità.

Ci furono delle visite, 
piacevoli e generose, 
ma c'è sempre un ma.

Quei fiori così rigogliosi, 
senza stagioni né preoccupazioni, 
non gradivano molto i racconti né le attenzioni dei forestieri in visita, 
temevano di appassire dinanzi a tanta verità.

E così fú.

E così iniziarono le stagioni, 
l'isola si chiuse per se stessa anche se apparentemente disponibile ad eventuali cambiamenti.

Mutamenti che non ci furono mai, 
perché anche se erano disposti a vedere e crescere assieme a tutti gli altri, 
decisero di rimanere nella loro comodità, 
forse pur di non soffrire, 
forse pur di non veder chiaro dove erano poste le loro radici e da cosa derivavano.
Forse per paura di comprendere, 
forse per paura di qualcosa che non si conosce a pieno.

In poche parole, l'abitudine negó loro di essere pronte alla vita, a cambiare e a emergere al di fuori del loro ambiente,
come un'orchidea in montagna.

Un cacciatore coprí le orchidee, per proteggerle da sguardi indiscreti,
un vagabondo e viandante propose lui di farle conoscere il resto del mondo,
ma lui gli rispose che non era necessario tutto ciò perché sarebbero morte al di fuori dell'isola.
Pian piano le orchidee con gli anni incuriosite si affrettarono a fare vacanza per il mondo, e scoprirono che potevano adattarsi a quest'ultimo perché la terra era sempre la stessa, cambiavano solo le condizioni ma era possibile.
Ben presto l'isola si svuotò, ma le orchidee non chiesero mai spiegazioni al loro cacciatore rimasto quasi da solo sull'isola.
Ben presto fu tutto più chiaro,
perché in realtà il cacciatore, 
padre di tutte le terre e i fiori, 
in passato aveva solo spostato un lembo di terra,
quella stessa terra che oggi difendeva tra bugie e inesattezze ma che in realtà accomunava tutti, rendendola disponibile solo a pochi.

Il mondo fiorí,

lui felice di aver fatto un bel lavoro e osservando tutto quanto , chiese di riunire tutti a sé, ma purtroppo non tutti risposero, visto Il suo atteggiamento di parte che negli anni c'era stato e cosi si rattristò.

Le orchidee rimasero a guardare assieme a tutti gli altri.








domenica 17 marzo 2024

pesi

Uomini che diventano mostri.

Ero piccolo, 
era freddo, 
sapeva però di verde,
 la mattina sopraggiungeva all'alba,
 con il sole,
 con quel calore,
che di mattina abbracciandoti,
faceva insistere il sole sull'erba scaldandola
 e i fiori cercavano quasi di esplodere con il vento, l'odore.
La resina come una magia scaldava l'ambiente assieme alla legna dei pini.
Un dolce aroma c'è sempre lì, é nell'aria.

Lo ricordo perfettamente.

Non esiste altro posto nei miei ricordi.
E fú proprio lì, nei miei vissuti, le mie primavere rigogliose ridotte in cenere, da quel calore che tanto odiavo che neache l'arrivo dell'estate poteva fare arrivare così velocemente e violentemente.

Mi fa star male, 
ancora oggi, 
e tu proprio tu,
 non riesco più a guardarti 
né a parlarti, 
mi volevo ricredere pensando di potermi sbagliare,
 ma non è stato così .

E così iniziò un lungo inverno 
dove quel calore tanto odiato,
 fu spazzato letteralmente via, 
da una gelata, 
dalla forza di un vento impetuoso forte e continuo,
 ma tremendo allo stesso tempo,
provai liberazione ma anche paura di non riuscire più a tornare indietro da solo .
E fú così che andai e fallii molte volte contro la mia tormenta.
Congelai vivo senza morire in una storia senza tempo né dimensione.
Nel frattempo mi resi conto di non poter più risolvere una cosa con un'altra e neppure una delle due.

I miei amori strappati e delusi dal mio vortice, dalla mia assenza, dalla mia apatia.

Tutto ciò , partiamo dalla base.

Il non voler più correre il rischio di trasparire i miei sentimenti, le mie emozioni, per paura, di essere sopraffatto da queste, ovviamente in modo negativo.

Arrivai tu a calmare la tempesta, 

l'amore della mia vita,

ma vivendo dei momenti belli mi ricordai del dolore,
 della paura, 
di quel calore associato, 
perché tu c'eri sempre ed è così che avrei voluto averti perché solo in quel modo sarebbe stato possibile vederti bene al mio fianco.

Praticamente solo rivivendo la stessa cosa collegandola sarebbe stato accettabile per me.

Un ricordo, un paragone, una certezza.

Ricordai il passato mentre mi chiesero di non farlo perché fa male .
Ma eccoci qui.

Le tormente ho capito che si placano da sole e stando da soli .

Eccoci, uno da una parte e uno dall'altra.

Le bugie di entrambi,

per dividerci o per proteggerci nell'ombra, perché alla luce ancora è troppo presto e potrebbe romperci.

 I nostri due cuori sofferenti messi alla dura prova per colpa mia.

I nostri due amori separati uno dall'altro, forse per sempre.

Non lo so, non ci voglio pensare, ma ci sto pensando e ci sto male.

Perché a crescere una viola ci mette una mattina,

ma dopo una gelata e una tormenta ci 

vorrà molto più tempo e 

fortuna che quella luce,

tanto sperata,

riscaldi la neve con l'amore,

facendo crescerne un campo intero.

Non tutti i Mostri nascono da soli, certi lo diventano, 

Siamo mostri per nascondere,

Siamo mostri per ferire,

Siamo mostri per sopportare, 

Siamo mostri per puro piacere di farlo .

Bene, aggiungo

alcuni Mostri rimangono Mostri, 

Semplicemente perché parte della vostra normalità, 
perché è più crudele ammettere gli orrori che vi hanno resi tale che gli stessi orrori vivono dentro di te, sì, come normale normalità senza alcun rimorso apparente.

Ora, sono pronto a cogliere i segni del tuo cedimento emotivo.

E io sarò lì, 

Ad aspettare quello che tu non riesci a fare da quando ho 5 / 7 anni.

Aspetterò .

Ma non pensare di poter cercare nei miei occhi il perdono, perché ormai i miei occhi ti evitano al solo vederti da lontano poi osserveró il tuo decadimento finale, senza battere ciglio senza espressioni, senza empatia come hai fatto sempre tu.
E quando finalmente non ci sarai più, 
forse vivrò .